Zion project : a new world as the result of a new man and woman!

Zion project : a new world as the result of a new man and woman!

Rocco Bruno 5 Aprile 2019 1 Comment

« … Voi, – sì, dico a voi, – voi potete fare quello che fate perché non vi ricordate che un giorno morirete, altrimenti smettereste di umiliare e sfruttare i deboli, smettereste di vendere e rubare, di depredare questo nostro pianeta, smettereste di soffocare e … smettereste, ma siccome ve lo dimenticate tutti i giorni e tutto il tempo, create il denaro, le banche ed il debito, dimenticandovi della solidarietà, sporcate i fiumi ed inquinate le acque, dimenticandovi che quell’acqua la berremo tutti, … » – Alce Nero 

La nostra attuale civiltà sta mostrando tutti i suoi limiti. Il destino dell’uomo, come razza umana, è da sempre legato a doppio filo a quello dell’ambiente e degli altri esseri viventi che, purtroppo per noi, stiamo avvelenando e distruggendo. Per quanto possiamo pensare di attribuire le cause di questa devastazione allo sviluppo industriale/tecnologico, la reale causa di tutto questo è la più totale inconsapevolezza del nostro “scopo” come esseri senzienti di questo pianeta.

La non conoscenza di ciò che siamo è la causa prima degli effetti devastanti che osserviamo.

La non conoscenza di quale forma di vita sia l’essere umano, quali le sue funzioni non solo come razza in se, ma come elemento dello sviluppo del pianeta terra come essere vivente è la ragione prima di tutte trasformazioni in atto che sono solo un effetto collaterale e che passano alla cronaca sotto la dicitura: cambiamenti climatici, emigrazione ambientale, guerre…

E’ assolutamente un dato reale che senza bruciare petrolio (fra le tante malsane forme di sfruttamento di questo nostro pianeta) non saremmo mai arrivati a strutturare un sistema così esteso, veloce e complesso. Ma (ripeto) questo è solo una conseguenza od effetto collaterale dell’inconsapevolezza imperante.

Per inconsapevolezza avveleniamo il pianeta e la vita dei nostri simili, sporchiamo i fiumi ed inquinando le acque, dimenticando che quell’acqua la berremo tutti, tutto questo per raggiungere un profitto, per “potere”, per favorire qualcun altro, l’amico, il parente, il conoscente o per testarda cecità politica.

Tutti dobbiamo iniziare a capire a quale responsabilità sono chiamati a rispondere: questa cosa la chiamiamo impronta ecologica.

Se saremo tanto fortunati da sopravvivere all’autocombustione, ai blackout e all’ennesima crisi economica, cosa troveremo realmente? E’ un tracollo pieno innanzitutto dal punto di vista dell’etica individuale che emerge in tutta la sua atroce verità.

Potremo assumere tutte le misure che pensiamo utili, ma se non cambia l’individuo non c’è misura che potrà contenere gli stravolgimenti verso i quali stiamo andando incontro. Problemi come la combustione incontrollata di petrolio, l’inquinamento da plastiche, l’estinzione degli animali riecheggiano nelle nostre orecchie da quando siamo bambini, non sono la causa, ma l’effetto di una totale non volontà di crescere come specie, di rivoluzionare i dati raccolti sino a questo momento, di cambiare per sempre il corso della storia che abbiamo scritto fino a questo momento.

Non sono bastati periodi bui, guerre, persecuzioni, inquisizioni, per farci capire che è insito nell’uomo il bisogno di un ulteriore sviluppo coscieziale, siamo difronte alla possibilità di fare quella rivoluzione antropologica tanto auspicata da secoli che nel rinascimento ha trovato i suoi ultimi volenterosi attori. Tutti perseguitati ed uccisi. E’ questa la natura della maggior parte degli individui, che teme il cambiamento, che cerca scappatoie per non crescere.

Abbiamo bisogno di superare l’adolescenza industriale e aprirci a un nuovo mondo, un nuovo modo di concepire la vita, anzi finalmente vivere. Siamo stati, e mi riferisco ai più, per secoli prestatori d’opera, nella storia sono stati dati tanti nomi dagli schiavi agli operai, ai colletti bianchi, o lavoro di concetto; oggi ci troviamo difronte ad un opportunità senza precedente, la recente rivoluzione tecnologica/industriale ci permette di superare questa condizione umana, attraverso l’automazione possiamo smettere di prestarci a queste logiche, la produzione di energia attraverso fonti rinnovabili, pensare all’alimentazione ed alla sua produzione in modo più coerente, ci da l’opportunità da tanto tempo cercata, ma non basta.

Per dare corso a questa rivoluzione tecnologica serve che l’individuo cambi, che la sua coscienza cresca al passo con i tempi, serve una autentica rivoluzione antropologica che parta dai dati storico culturali, ci faccia superare il condizionamento assorbito sin dai primi anni d’infanzia e che ha radici in secoli di dominazione e sottomissione dell’individuo a vantaggio di pochi, e ci traghetti verso un uomo nuovo.

Si parla di immettere dei veri e propri nanobot all’interno del corpo umano (Wall Street Journal, Kurzweil ), trasportati per tutto l’apparato dal sangue, capaci di innalzare le difese immunitarie quando necessario e migliorare la qualità della vita … non riusciamo a capire che non ci sarà macchina in grado di farci crescere come razza. Senza questa rivoluzione antropologica possiamo dimenticarci di avere un futuro umano.

La rivoluzione/cambiamento oggi si chiama Progetto Zion: una concezione dell’essere umano e delle communities integrale che parla di educazione, di rinnovabili, di sostenibilità, di resilienza … Antifragile.

Il Progetto, applicabile ovunque, per il tipo di educazione e progettualità è l’alternativa a un mondo che si avvicina indifferente al suo declino e alla distruzione della sua umanità, intesa come quel mondo di valori paradisiaci che abbiamo smesso di comprendere anzitempo.

Il Progetto riprende il fior fiore della nostra cultura e lo esalta fino alle vette concrete e spirituali che non ci siamo ancora globalmente concessi, poiché ciò richiede sforzo, dedizione, lavoro su di sé, speranze e sentimenti incorruttibili.

Da dove ripartire? Dall’educazione. Ma alla svelta!

Cosa significa? Liberare la propria coscienza da qualsiasi vincolo in termini di ap-profitto e di credenze, di modo che possa manifestarsi nei suoi bisogni e aspirazioni reali. Sentirsi vivi e avere la forza di mettere tutto in discussione. Amare e immaginare un mondo diverso e inviolato. Mettersi insieme e crearne dei prototipi, senza voler per forza che tutto il mondo cambi insieme a noi. In altre parole, sentire il cambiamento come urgente e necessario!

Se dovessimo definire l’essere umano come una funzione della Terra e in relazione a ciò che lo differenzia dagli altri esseri viventi, questa funzione sarebbe la coscienza, l’autocoscienza, il pensiero o sentimento di sé, l’aspirazione alla realizzazione. L’umanità ha verso il pianeta un debito: quello di essere ciò che è, che non è l’evoluzione della scimmia.

Progetto Zion, a new world as a result of new men and women!

Rocco Bruno | Zion Project

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1 comments
  • Michele 5 Aprile 2019 at 21:52

    Great! Amazing project!

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